L’attenzione è l’elemento base.
Se vogliamo considerare i tempi lampo della creazione del mondo, raccontati nella bibbia,non ci dobbiamo mai dimenticare del tempo che servì a Dio per studiare attentamente gli elementi e le leggi che poi fecero parte, e lo fanno tuttora, dell’universo intero.Per quanto possa immaginare una cosa immaginabile, azzarderei a stimare quel tempo dell’attenzione divina come una piccola eternità, dato che ad un certo punto ebbe una fine.
E se l’attenzione serve a Dio stesso. tanto più serve all’uomo che non può tutto. Rambaldi riconosce questa importante verità, che non diventa l’elemento chiave sia nella scelta dei materiali che nel modo in cui ne fa uso.
L’artista predilige la carta fatta artigianalmente e per trovarla compie lunghi viaggi.
Ogni terra produce una carta diversa e ogni carta cela i suoi segreti e il proprio carattere. Quando l’artista si accinge ad interrogare gli elementi delle sue creazioni, ancora vergini, lo fa in silenzio, e con lo sguardo e il tatto cerca di studiarli fino un fondo: ogni rilievo della carta, ogni piega, anche la più nascosta viene chiamata all’appello.
A volte la carta è rigida, a volte si piega facilmente, altre volte i disfa troppo velocemente colpita da una goccia d’acqua. Per fare un discorso valido bisogna dialogare con i materiali, tutti scelti accuratamente, e farli incontrare sulla superficie.
Ci vuole il contatto di pelle prima di unire tutti gli elementi.
L’artista studia i colori, le polveri, sperimenta le patine e lo fa su piccole superfici come le cellule di un organismo. Osservare le loro vibrazioni e la luce che emanano e poi come un compositore di musica, unisce le cellule e crea l’opera come un concerto, una sinfonia, un minuetto e una suite.
Rambaldi, che nasce come scultore, propone le mappe dei suoi percorsi, che portano sempre a sé, a casa.
Nelle sue sculture, i movimenti dei pezzi di legno, assemblati e incollati uno all’altro, si concludono con un ritorno a sé e non rimangono mai aperti.
La forma delle sculture è sempre chiusa e compiuta. Quando finisce un viaggio , ne incomincia un altro, a volte più lungo, a volte più difficoltoso anche se più corto, e se appoggiassimo per terra una sua scultura-mappa vedremmo che le strade si uniscono sempre senza una via di uscita, sembrando un borgo impenetrabile.
San Giovanni in Persiceto - Bologna, settembre 2020
Hana Silberstein