Stefano con indefinita emozione cerco di ricomporre alcuni miei pensieri come momento introduttivo al volume che si ripromette di presentare una sintesi del tuo diario artistico.
Mi accorgo che questa è l’opportunità di riprendere e continuare con te quel dialogo fatto di confronti sul mondo della grafica, della pittura e della scultura che vide il suo avvio alla fine degli anni sessanta del secolo scorso.
E' un percorso che ripropone alla mente l’operare nel tuo studio, la ricerca nella grafica, le appassionate disquisizioni mentre si passeggiava sotto i portici alla ricerca di nuove espressioni esposte nelle gallerie d’arte o mentre si degustava un calice di rosso nella storica osteria del centro di Bologna.
E' un momento che ha segnato anche il costruirsi di una profonda e duratura amicizia.
Oggi con esperienze diverse sedimentate sullo scandire del tempo e su reciproci lunghi silenzi mi si presenta l’opportunità di rileggere e leggere le tue opere nel loro succedersi temporale.
Prendo consapevolezza che senza soluzione di continuità nella tua esperienza artistica si ripropone l’onesta e puntuale testimonianza di una ricerca puntigliosa che segue un canovaccio sempre attuale e non datato.
Infatti è sempre presente la tua tenacia nel cogliere le espressioni del vivere in un contesto dal quale emerge la tua personale e sincera ricerca culturale traducendo il colore e la materia in segno, in pittura-scultura, in scultura-pittura.
Ed ecco che anche oggi come un tempo, l’effetto di una lettura affrettata dei tuoi lavori mi sollecita a non trattenere la mia irritazione poiché mi sembra che nella tua opera abbia il sopravvento la ricerca di dare ai tuoi pensieri delle regole.
Ma come allora appena penso di avere intravisto queste regole, irritazione, queste si dissolvono in una nuova proiezione e mi accorgo allora di sensazioni e di idee che sono solamente mie.
E rinasce l’emozione percependo il piacere che tu provi nel tuo modo di procedere scandito da una naturale umiltà che si traduce e rivive nella concettualità espressa.
I tuoi legni vissuti, i tuoi colori, il tuo piacere di utilizzare carte lavorare a mano, le tue geometrie pittoriche riescono a dialogare con il dizionario del presente in un rapporto equilibrato e guidato da una timida presenza che condivide con il tuo lettore una continua esperienza culturale.
Chi guarda le tue opere è portato a ricercare nel più intimo del proprio sapere nel desiderio di condividere o di criticare il percorso della tua ricerca che assume una personale valenza nella tenace necessità di richiuderti in te stesso, di isolarti nel forte e piacevole desiderio di proporre e riproporre le tue espressioni d’arte anche come frutto di una ricercata conoscenza della tecnica e di una sapiente cultura artigiana.
Questi momenti creativi guidati da un'attenta e misurata pulizia formale ti consentono di comporre una tua tessera da inserire nel complesso mosaico espressivo dell’arte odierna.
Stefano anche se con sincera ritrosia finalmente hai voluto raccontare te stesso in questo volume con la voglia di comunicare le tue emozioni-opinioni con la consapevolezza che non costituiscono un punto di arrivo… e la tua ricerca continua.
Bologna, novembre 2008
Carlo Malerba