La poesia del segno, la sua molteplicità di significato, la semplicità di una lingua universale che da la possibilità, a chi lo riceve, di interpretarne il contenuto emotivo; così in estrema sintesi, è possibile definire il linguaggio artistico di Stefano Rambaldi, autore poliedrico, capace di esprimersi attraverso la pittura, così come tramite la scultura e la grafica.
Il suo linguaggio essenziale si decritta nel metodo con cui egli cataloga l'infinito: l'ordine espressivo che è dei codici, della scrittura originale, della musica, ma che rimane in una dimensione strettamente artigianale, umana, non programmata se non dalla volontà di trasmettere l'emozione pura e incontaminata del colore.
Nel linguaggio espressivo di Rambaldi, infatti, il segno supera la sua valenza semiotica:
non è più o non è soltanto significato riconducibile all'assente, ma, tramite il colore, diviene diretta chiave di lettura delle sensazioni più vive.
L'essenza riporta all'ordine, all'insieme organizzato del sensibile, all'emozione che diviene composizione. Si rende, quindi, palese la volontà di unire la ricerca di materia e passione, la "synthesis" che è dettagliata composizione.
Modena, settembre 2020
Cristina Boschini